Territorio

Il Cervati

Il massiccio del monte Cervati, con i suoi 1899 metri, è la cima più alta della Campania ed è tripartito tra i comuni di Sanza, Piaggine e Monte San Giacomo, tutti in provincia di Salerno. È situato nel cuore del Parco Nazionale Cilento, Vallo di Diano e Alburni, rientrante nella rete dei Geoparchi, parchi naturali caratterizzati da particolari aspetti geofisici e da una strategia di sviluppo sostenibile. Nei pressi della vetta, che ricade nel territorio di Sanza, è situato il Santuario Diocesano della Madonna della Neve costruito intorno al X secolo. Da oltre mille anni il popolo sanzese porta in processione un simulacro della Madonna dal paese fino alla vetta con una caratteristica processione che si snoda dal paese alla montagna nella notte tra il 25 e il 26 luglio. Nei pressi del santuario vi è la caratteristica grotta rocciosa che conserva l’antica statua lignea della Madonna, di forte attrazione religiosa. Il corteo di fedeli compie il percorso inverso dalla vetta al paese all’alba del 5 agosto, solennità propria della Madonna della Neve. La zona è meta di centinaia e più pellegrini durante questo periodo di festa dedicata alla Vergine.


I Vallicelli

Scenario di incommensurabile bellezza è la zona dei Vallicelli situata ad un’altezza di 1250 mslm sul versante di Monte San Giacomo. Formazioni rocciose calcaree e boschi di faggi e cerri fanno da contorno all’anfiteatro naturale all’interno del quale si trovano diversi inghiottitoi di notevole interesse speleologico.


La piana degli Zingari

Risalendo da Piaggine, seguendo la mulattiera che prende inizio dalla provinciale per Rofrano, si trova una radura caratterizzata, nel passato, dalla presenza degli zingari che si occupavano della produzione di carbone naturale. Il luogo non è lontano dalla Fontana dei Caciocavalli, sempre nel comune di Piaggine, dove un tempo i pastori lavoravano il latte per la produzione dei formaggi tipici della zona.


Vallivona

Affascinante fenomeno carsico, si trova sul versante sud-occidentale del Monte Cervati ed è facilmente raggiungibile dalla sterrata che da Sanza conduce in vetta. Si tratta di una vera e propria voragine con pareti calcaree alte fino a 100 metri che ospita un particolare microambiente umido dall’aspetto primordiale. Nel periodo invernale, la cascata che zampilla da una delle pareti sul minuscolo laghetto stagnante crea delle concrezioni ghiacciate di estrema suggestione.


La nevera

Non molto distante dal Santuario della Madonna della Neve, posto in cima al monte Cervati, si trova un inghiottitoio carsico caratterizzato dalla presenza perenne di neve e per tal ragione conosciuto come Nevera. La leggenda narra che in un’estate particolarmente torrida (probabilmente nell’anno 1461), il re di Napoli Ferdinando I d’Aragona abbia inviato gli esploratori alla ricerca di ghiaccio su tutto il territorio del Regno per preparare un sorbetto al limone, dato che i dintorni della capitale erano ormai del tutto privi di neve. Giunti sul Cervati, i cartografi individuarono la nevera e, riempite diverse botti, le caricarono sui muli per trasportarle fino al vicino porto di Palinuro dove imbarcarle per farle arrivare direttamente a Napoli. Nei secoli a seguire, il Cervati rimase un’ottima riserva di ghiaccio per le esigenze reali della capitale del regno e negli scorsi anni la zona della nevera è stata teatro di una manifestazione che rievocava la spedizione reale alla ricerca di neve per il Sorbetto del Re Borbone. 


Il Parco Nazionale

Il Rifugio è situato nel cuore del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, area naturale protetta istituita nel 1991 e dal 2010 rientrante nella rete dei Geoparchi, parchi naturali caratterizzati da particolari aspetti geofisici e da una strategia di sviluppo sostenibile. In Italia ve ne sono dieci, tra cui il Parco Geominerario della Sardegna, il Parco delle Madonie, il Parco delle Alpi Apuane e il Parco del Pollino. Caratterizzato da una notevole estensione e da un’elevata antropizzazione, il Parco racchiude al suo interno tutti gli ecosistemi che si susseguono dall’ambiente marino mediterraneo all’ambiente montano tipico, passando attraverso ambienti costieri e dunali, zone fluviali e di foce, paesaggi di pianura e collinari. Per questo motivo il territorio assume le sembianze di un grande libro scritto negli anni dalla natura e dall’uomo che ne hanno dato la conformazione e l’aspetto oggi conosciuto. Con una superficie di 181.048 ettari, corrisponde ad un terzo dell’intero territorio provinciale di Salerno ed è delimitato dalla piana del Sele a Nord, dalla Basilicata a Est e a Sud, e dal mar Tirreno ad Ovest. Dal 1998 è Patrimonio dell’umanità dell’Unesco (con i siti archeologici di Paestum e Velia oltre la Certosa di Padula) e dal 1997 è “Riserva della biosfera” (progetto MAB).


Fauna

Il vasto territorio del parco offre alle specie animali una grande pluralità di ambienti. Non deve dunque stupire la ricchezza e varietà degli esemplari presenti: le sole indagini sulle specie di interesse comunitario ne hanno individuate 63. Alcune di queste sono considerate di interesse prioritario: sono Osmoderma eremita e Rosalia alpina (quest’ultima richiamata anche nel nome del Rifugio), invertebrati, e, tra i Vertebrati, il Lupo. Più in generale, si hanno al 2003 circa 600 segnalazioni di specie. Tra i Mammiferi le più interessanti sono la Lepre Italica, il Molosso di Cestoni, il Lupo e la Lontra – mammifero di acqua dolce che vive solo in acque pure e cristalline – poi diversi altri, non raro è il Ghiro. Numerosissimi i cinghiali, presenti anche i cervi. Diffusi i rapaci come l’Aquila reale, il Biancone, il Falco pellegrino, il Lanario, il Corvo imperiale, il Gufo reale. Tra i rettili sono presenti il Cervone, il Biacco, la Vipera e la Natrice. Nelle acque fredde vivono anche anfibi come la rara Salamandrina dagli occhiali, endemismo italiano, e la più comune Salamandra, poi il Tritone italiano, l’Ululone dal ventre giallo, la Rana appenninica, la Rana agile, e il Rospo. Anche l’idrografia, del resto, è varia e complessa.


Flora

Nel parco sono state censite circa 1.800 specie vegetali (un terzo di quelle presenti in tutta Italia) di cui una di interesse comunitario, la Primula Palinuri (simbolo del Parco), e 25 habitat. Essendo al centro del Mediterraneo, tra areali diversi per climi e temperature, anche la presenza di specie altrove comuni è in questo caso degna di menzione. Interessante la presenza di betulle, alberi caratteristici delle zone temperate e boreali dell’emisfero nord (Scandinavia e Centro Europa). Nella fascia costiera tra Palinuro e Montecorice, con un ristrettissimo areale a distribuzione puntiforme, sono state individuate alcune stazioni di un endemismo esclusivo del Cilento, la Genista cilentina. Nelle aree interne predominano i boschi di latifoglie decidue, leccete, Cerri, Roverelle, Aceri, il Platanus orientalis originario di Velia, Carpini Neri, Ornielli e Castagni. Sopra i 1.000 m, in genere preceduto da una fascia di Ontano napoletano, domina incontrastato il Faggio, con il raro Crespino dell’Etna, e le Sassifraghe. Inoltre, nell’area protetta del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano sono presenti 254 entità di orchidee selvatiche delle 319 segnalate in tutta Europa e nel bacino del Mediterraneo. In particolar modo, tra i comuni di Sassano, Monte San Giacomo e Teggiano il Prof. Nicola Di Novella ha individuato una zona conosciuta come Valle delle Orchidee, l’itinerario naturalistico più interessante e singolare della Regione Campania. Tra l’altro esiste un museo itinerante parte del progetto “Coltivatori Custodi”, ideato e realizzato con lo scopo di recuperare e salvaguardare le antiche varietà vegetali coltivate nel Parco.